06 Settembre 2015, Marconia – Pisticci
Km percorsi: 20
Scena 11
Andrea per telefono da Roma, mi chiede se siamo vivi.
“Andrè, è una meraviglia la Lucania. Sembra una meseta, o il Messico. Aspro e selvaggio. Desertico.”
Cerco sempre di dare un tono lirico, ma con lui non ce la facciamo mai.
“E ci credo! Per la Basilicata, il Molise è il posto più moderno e spassoso del mondo” dice.
“Vero. Qui Campobasso è una sorta di Los Angeles”
“Sì, solo che Los Angeles é più grande del Molise!”
Come dargli torto. Ridiamo.
Scena 12
Arriviamo a Pisticci che è buio. Camminiamo per i calanchi come astronauti lucani. Un piccolo passo per l’uomo, un balzo in avanti per l’umanità. Le nostre lucine illuminano lo spazio di un passo in un cerchio bluastro. Sembra di galleggiare nel silenzio più assoluto dello spazio siderale. Il nero corrisponde all’idea del nero, spezzato soltanto da qualche grumo di luci tremolanti in lontananza, come pianeti o stelle.
Scopriamo che c’è vita lassù, in cima, in centro.
Pisticci, non aver paura, veniamo in pace.
Stasera è festa grossa. C’è la processione della Madonna di Viggiano che guarda severa i nuovi venuti avvicinarsi dall’alto del suo trono dorato, di fronte la chiesa. Andiamo a trovarla, con deferenza, per farci accettare, per dirle che siamo arrivati sul suo pianeta, e con le migliori intenzioni. I vecchi lì intorno sembrano pretoriani a difesa, armati di borsette e ombrelli, che da pioggia.
Finiamo a suonare e cantare con il gran menestrello di corte, il sig. Giuseppe, che inforca la sua chitarra e ci invita a seguirlo su una lingua che proprio non capiamo.