Roma, lunedì 02 giugno 2014
– 18 giorni alla partenza
A poco più di due settimane dalla partenza, ormai ho capito l’antifona e riesco
a stilare una grossolana lista.
Qui, va da sè, tutti espertoni di trekking.
Tutti camminatori infaticabili. Dal Manzanarre al Reno, grandi dispensatori di
acuti consigli che possiamo dividere sostanzialmente in tre categorie:
I primi sono coloro che non hanno mai nemmeno concepito un cammino. Non ne
hanno mai sentito parlare e in genere ti guardano con aria smarrita, balbettano
frasi disarticolate fra mezzi sorrisini imbarazzati, cercando conferma negli
sguardi altrui. “Ma che mi state coglionando?” Più o meno come il
sottoscritto all’esame di maturità.
No, no, vado ai Pirenei sul serio.
“Ah”
“…”
“… e quanti km farai al giorno? Un centinaio?”
Certo, e poi sparo i miei razzimissile che sono Mazzinga Z.
“No, la media sarà di 24 al giorno, più o meno”
E dopo un rapido calcolo: “Appenaaaa??? Dovresti farne almeno una
sessantina al giorno, sennò non arrivi piú!”
E la voglia di brandire un badile cresce veloce in te.
Il secondo gruppo invece é formato da quelli che non hanno mai fatto una ceppa
e che vanno all’edicola a comprare le figurine Panini in macchina ma hanno un
cugino che ha fatto un pezzo di Santiago, ma non ricordo quando, forse non era
Santiago, non so se erano tre giorni o tre mesi,forse era in bici, o in kayak?
Non ricordo, a no non era mio cugino, era un suo amico poliziotto, etc etc…
“L’importante é l’alimentazione”
Vero, e io che pensavo di digiunare, ma guarda un po’. Oppure mangiare solo
corteccia.
“Poi devi coccolare i piedi, ti verranno sicuro le vesciche”
Ma giura! Intuizione brillante. Mai venute in vita mia però…
“Ti verranno”
E via discorrendo con ovvietà su ovvietà. In genere però concludono che
sicuramente non ce la farai, perché ovviamente il cugino é l’unico al mondo ad
avercela fatta.
“Se vuoi ti do il suo numero così ti da delle dritte su come
camminare”
Grazie, ma non farmi essere volgare. Un badile, vi prego.
In ultimo, quelli che cadono in depressione se gli si rompe il telecomando, ma
che ovviamente il trekking l’hanno inventato loro.
“Tsk! Sei ore al giorno? Io 12 km li faccio in un’ora e quaranta!”
E io sempliciotto che pensavo che Mennea fosse morto da un pezzo e ci guardasse
da lassù .
Sono quelli , per capirci, che quando c’era la psicosi di Luna Rossa erano lì a
sblaterare in ogni bar di straorzate sotto vento.
Come si suol dire: chi sa fare fa, chi non sa fare insegna.
In ogni caso su una cosa si trovano tutti d’accordo: quando dico che partirò
con il tablet e le tracce GPS del percorso sbottano tutti in un “oooooooh
ma così non vale, così siamo buoni tutti!”
Non ho ancora capito bene il perché, secondo loro, dovrei orientarmi con un
sestante.
Non so chi gliel’abbia messo in testa.