• KEH SHIRO VIVE A METAPONTO •

04 Settembre 2015, Bernalda-Metaponto Lido
Km percorsi: 21

Scena 8

Giorno terzo.
La trasformazione é ormai avvenuta. Temo sia irreversibile.
Subito dopo i primi 50 km complessivi, il gruppo ha dato i primi segni di cedimento.
Ora, guadando un torrente nel fitto della macchia lucana, la situazione è cristallina.
Maurizio, con la maglietta avvoltolata sulla testa ha perso la sua aura mistica da Mosè che parla di cristologia e pare più una mondina del varesotto. Ha trovato due bastoni di legno con cui si accompagna esclamando “Sono un quadrupede! Sono un quadrupede!”
Ilaria corre avanti e indietro scattando fotografie con il suo medio formato che pesa un quarto di quintale. Comincia ad avere dei tic e ad ogni curva si gira e ci dice “Che pettata! Che pettata!” (Trad. “Che lungo e bel percorso, ma altresì molto faticoso!” N.d.A.)
Ivan, vista la bassa densità abitativa della zona, cammina direttamente in mutande. Con un ombrellino azzurro per ripararsi dal sole. Comincia a parlare con il suo bastone dandogli del tu e attribuendogli poteri sovrannaturali. Ogni mattonella o vetro che incontra lo fracassa con pose da Aikido.
Più che un gruppo di artisti, sembriamo la carovana nuclearizzata della sigla di Ken Shiro.

Scena 9

A conferma della deriva post-atomica, un ponte stradale abbandonato. È da un po’ che lo puntavo, da quando ho mappato il percorso con il satellite su internet a Giugno.
Perché alla fine il piacere vero, il gusto sottile delle avventure a piedi, è proprio questo. Arrivare in luoghi privilegiati. In un modo o in un altro un buon paesaggio si può raggiungere e godere in mille modi. Poterci arrivare soltanto camminando e poi starci con i piedi sopra, è tutta un’altra storia.
Ho sempre pensato di essere l’unico fesso a provare piacere per questa cosa, ma i miei compagni di viaggio mi confermano il contrario. Sbucando tra i cespugli di bosso, su questa campata unica, ululiamo e urliamo al cielo. Un ponte tutto per noi, archeologia industriale anni settanta. Nel mezzo grassi fichi d’india intonsi e un piccolo pino che cresce indisturbato.
A metà, guardiamo di sotto il Basento liscio e verde.
Un gruppo di piccioni si alza in volo sopra le nostre teste disegnando un cerchio nel cielo blu.