Perpignan, giovedì 04 settembre 2014
LIX Tappa: Bompas – Perpignan, 11 Km
Oh father tell me, are you weeping?
face seems wet to touch.
Oh then I’m sorry, father
I never thought I hurt you so much.
This is a weeping song
song in which to weep
While we rock ourselves to sleep
But I won’t be weeping long.
Nick Cave – “The weeping song”
Citazione da rockettari-dark per l’ultimo post.
“The weeping song” di quel maledetto genio stonato che é Nick Cave,
mi pareva azzeccata visto che il mio “camminarestampa”chiude i
battenti, off course. Quindi lacrimuccia gente.
Questa é una canzone del pianto, una canzone nella quale piangere.
Ma anche basta, direi. Anzi. Ogni avventura che si chiude, spalanca per forza
le porte a nuove rocambolesche vicende. È così, ne sono certo, o meglio, ho
sempre cercato di viverla in questo verso, anche se spesso non mi riesce
proprio bene, sia nell’amore che sul lavoro che nella vita privata. Mettendoci
entusiasmo, insomma. E chi me lo toglie, quello.
In ogni caso l’arrivo é stato come lo immaginavo, o forse come lo speravo. Ho
comprato un champagnino d’ordinanza al primo negozio buono e poi giù a brindare
con la cerchia di amici e curiosi che mi aspettavano per mezzogiorno ai piedi
dell’orrendo palais de congres di Perpignan, sede del Festival. Baci, abbracci,
sorrisi, fotografie, pacche sulle spalle ma soprattutto un sacco di ”…no
vabbè, non ci credo, l’hai fatto veramente? Ma tu ti buchi!“ No problem.
Ci sono abituato ormai.
Mentre racconto le mi gesta tingendole di toni epici mi accorgo di una cosa
buffa: avendo fatto soltanto undici km oggi, arrivo che praticamente saltello!
Le gambe hanno preso il ritmo e non riesco a stare fermo sul posto, zompetto
come un capriolo nell’erba alta di qua e di là. Visto dal di fuori, ho come
l’impressione di sembrare un mezzo nevrotico scottato dal sole con problemi
comportamentali.
Anyway, anche questa è andata e senza intoppi. Nemmeno uno, ringraziando.
Ora non mi resta che autocelebrarmi con uno scatto di me medesimo, il
sottoscritto, in cammino.
Spero mi sarà perdonata la piccola vanità del gesto. E via con l’incenso.
Sono ritratto nelle saline dopo Grimaud. Non rivelerò l’autore (o autrice)
della fotografia perché é un segreto, ma gli devo senza dubbio il mio più caro grazie
per questo meraviglioso regalo. É una fotografia che amo molto, per la luce, il
momento, le sensazioni e i ricordi che mi suscita. Oltre ad essere una delle
poche che ho.
Ero particolarmente felice e soddisfatto in quell’istante, e mi pare si intraveda.
Rappresenta bene quello che é stato per me questo viaggio. L’autore, poi, é
riuscito a cogliermi magistralmente in uno dei rari momenti in cui non sembro
un ragazzino ritardato come mio solito.
E ora che si fa? Ecco. Fra i camminanti, si sa: il dramma é l’arrivo. Il finire
un percorso ti gratifica, per carità, ma il giorno dopo? Davvero devo stare
fermo tutto il giorno? Tristezza. Nè angoscia, nè dispiacere o altro, soltanto
un’ infinita, profonda, purissima, tristezza, di quelle infantili. Il bel gioco
é finito. La domenica volge al termine e domani si ritorna sui prevedibili
banchi di scuola.
La magia dell’avventura, che ti fa diventare grande esploratore anche soltanto
nel giardino di casa, se ne va. Ritornerà? Chissà…
Va bene così, non posso di certo lamentarmi. Ma sarà davvero finita? Chissà….
La Spagna dista 30 Km da qui. Domani pomeriggio potrei bermi un bel gazpacho
abbandonando i Bonjour e i merci in forza di qualche buenas dias e muchas
gracias.
Adesso vedo il da farsi.
In ogni caso, per concludere, non posso che ringraziare tutti gli amici che
hanno voluto sostenermi. Da vicino: camminando insieme e regalandomi un po’
della loro vita e del loro tempo. Delle loro storie.
E da lontano, leggendomi, e scrivendomi consigli, suggerimenti e anche qualche
complimento.
Ma un grazie particolare va a Manuela. Senza la sua gentilezza e pazienza,
questo blog non avrebbe mai visto la luce. Idem dicasi per MarieClaire che ha
voluto ospitarmi.
Questo cammino é nato per urgenza di libertà, per essa e per le sue mille
sfumature. Per parlare di libertà e provare a capire di libertà.
Io, da questo percorso, ho imparato quanto sia irrinunciabile e quanti pochi
compromessi possa permettersi. E quanta disciplina richieda.
Il camminare per me rappresenta questo stato di grazia pura e semplice e
quindi, arrivederci gente, al prossimo viaggio a piedi!
Non me le farò di certo mancare, anzi non preoccupatevi, é già in cantiere…
Buon cammino a tutti.