PROVINCIALE (2020, on going)

“Provinciale” è la storia in divenire di un ritorno.

19 km e altri 19 a piedi, su e giù da un luogo di un infanzia pianeggiante, ad uno montano dell’età adulta irregolare, legati dal filo grigio di una strada provinciale, che in provincia, il termine provinciale può essere tante cose, anche uno stigma, una condanna.

Un trasoloco durato 25 anni, senza persone di mezzo ad aiutare o disturbare. O almeno non ancora.
Soltanto un palcoscenico fatto di accadimenti più o meno deplorevoli.
Una scoperta lenta del come si è scelto di allestire la propria scenografia lontani dal centro.

– da appunti e scritti vari –
a Elisa
In provincia le luci dei lampioni di notte sono più gialle delle altre. In provincia quattro muri di cemento armato tutti li chiamano stadio solo perché dentro c’è una scalinata, che tutti chiamano spalti. In provincia al posto dei semafori mettono delle rotonde, anzi delle rotatorie. Dentro ci mettono delle sculture, anzi, delle statue, che anche cosí sanno provincia. In provincia una bella donna di 50 anni è ancora chiavabile, un uomo invece si dice che è fascinoso. Con buona pace del sessismo. In provincia alla cassa del discount ci puoi trovare una Virginia, che ha il nome nobile come le sue unghie barocche e che vorrebbe fare l’avvocato. Ha due figli da mantenere e un ex marito che ti mette a posto le marmitte del motorino, ma a cui interessa davvero poco il  diritto romano. In provincia non dici di dove sei, dici di dove sei vicino. Vicino a Torino vicino a Napoli. Vicino a, vicino con. Una vita di continuità.
In provincia meglio avere l’amico geometra che quello architetto. In provincia se sei gay, gli amici dicono che sei gay, ma gli altri dicono sei ricchione, arruso, o busone a seconda dei casi. In provincia il bar non ha un nome, ha un numero, perchè uno che si chiama Andrea ha pensato bene di usare il civico 71 pensando di avere una genialata per le mani. In provincia lui  poi si pippa l’incasso esattamente come se il bar l’avesse chiamato Nazionale, o bar Sport che intanto fa poca differenza. In provincia anche se non vuoi, la famiglia è importante. E se si fa insieme l’albero a Natale, si fa per forza insieme anche l’immacolata, l’epifania, ferragosto, Pasqua, Pasquetta, la liberazione, il primo maggio e anche la festa della Repubblica e pure quella delle forze armate, che in provincia sti cazzi delle questioni ideologiche, anche se ci stanno sui coglioni tutti, basta far festa ogni tanto con la famiglia. In provincia chi aveva i soldi continua a farli. E in provincia chi se ne è andato, non perde occasione per fartelo notare quando torna. In provincia non valgono le regole della città, perché si è in provincia e il centro è questione geometrica. Non bisogna studiare per capire che c’è un raggio, un diametro, una circonferenza che detta un fuori e un dentro alla provincia, e si possono cullare dei sogni. Ma che restano comunque sogni di uno di provincia. In provincia se fai il pubblico da Amadeus, sei uno che in un modo o in un altro ha qualcosa da raccontare. In provincia se ti fai le pere sei un tossico, mica come nelle grandi cittá, che sei un poeta o un regista. In provincia se parte una canzone di Pezzali, la gente al banco annuisce anche se pensa abbia la faccia da pirla. E in provincia, Mauro Repetto era sì un coglione ma che comunque il suo momento ce l’ha avuto. In provincia si sa benissimo di essere di provincia, ma non si sa bene di che cosa, alla fine. In provincia non ci si preoccupa della retorica, per questo tutto sommato ci si sta bene, e quasi nessuno vorrebbe andarsene.
E in provincia se muore uno mai visto, si piange tutti perché uno é l’amico di tutti. Per forza di cose. E tutti sanno tutto, tranne te. Tocca a me dirti che hanno ritrovato Giulia, a faccia in giù, fredda da un pezzo.
In provincia é più facile avere un cuore dolce, in ritardo sulle tragedie, penso. Cosí, per condizione naturale. Oppure così pare alle volte. E io vorrei soltanto tenerti al riparo dalle asperità del mondo, soprattutto quelle lontane, raggomitolata come un passerotto, nel guscio liscio centro della tuo mondo.